cinecaffè #4 - Il corriere (The mule)


Clint Eastwood non me lo sarei perso per nulla al mondo, ma pensavo non potesse superare l'interpretazione del burbero Walt Kowalski di Gran Torino.
Sono stata smentita. Earl non è affatto scontroso e solitario, il contrario: è un vero "piacione" sugli ottanta che cerca l'attenzione di tutti, soprattutto di avvenenti trentenni/quarantenni che sembrano essere affascinate da quegli occhi azzurri ancora glaciali e intensi come una volta, seppure un po' socchiusi.
Il tempo è passato, anche per Clint , che però non si rifugia nella gloria dei giorni andati, ma si affida ad una regia schietta, semplice e senza tanti fronzoli.
La storia è convincente, lui è convincente; anche perché in quell'uomo pieno di rimpianti, c'è forse una piccola parte autobiografica: quella di un uomo, sul viale del tramonto della vita, che ha dedicato troppo tempo al lavoro e troppo poco alla famiglia.
Che dire, se non magistrale, all'uomo che ha interpretato oltre 60 film, nella sua carriera di attore, regista, produttore e compositore.
Il film, a mio parere non è un vero capolavoro, ma ciò che colpisce lo spettatore è il protagonista, un vecchietto tutto d'un pezzo che vi ipnotizzerà, oscurando anche lo sguardo magnetico di Bradley Cooper.
Alla fine starete dalla parte del cattivo, ve lo dico, e un po' vi sentirete in colpa quando esulterete ogni volta che la caccia all'uomo finirà in un nulla di fatto (p.s.: la scena della colazione al Motel è da vero maestro).
Se siete indecisi, non pensateci troppo e andate al cinema: due ore passate in buona compagnia dell'uomo più affascinante d'America, nonostante l'età. Una lezione di cinema per le nuove leve.

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