cineretrò con caffè #3 - Arditi dell'aria (Test pilot 1938)
Inizia il film e l'unica cosa a cui riesco a pensare è :" Io su quella lattina non ci salirei per nulla al mondo."
L'intuizione non è poi così sbagliata visto che, poco dopo, il pilota deve effettuare un atterraggio d'emergenza a causa della rottura della pompa dell'olio.
Proprio grazie a questo inconveniente, il bel Clark Gable si ritrova in una fattoria dove "il frumento ondeggia nei campi come un mare di seta", e nella quale avviene l'incontro con Anne.
Si sviluppa un piccolo melodramma a causa del triangolo amoroso lui (l'avventuriero), lei (la gentil donzella) e l'altro (il buon fattore), che si risolve in breve tempo; in un pomeriggio nasce l'amore, nella notte avviene il litigio, la mattina si lasciano e poco dopo si sposano, tutto merito delle espressioni già impostate per Via col Vento di lui, dei cambi repentini d'umore di lei e del carattere impulsivo di entrambe. "No, no, non sono sorpreso. Non lo sarei nemmeno se sposati a Indianapolis, aveste divorziato a Toledo.", afferma sarcasticamente il meccanico di fiducia detto "Frusta".
Dopo il matrimonio lampo si forma un nuovo triangolo: marito, moglie e amico di lui. Presto si scopre che il trio non è tale perché esiste un quarto incomodo: la passione sfrenata per il volo di Jim, che genera tensioni, malumori, sofferenza e paura.
Il melodramma si trasforma così in uno psicodramma, in cui i "tre condannati" percorrono le tre strade verso la pazzia, la tragedia e il buio.
Victor Fleming rende omaggio ai piloti e alle loro imprese agli albori dell'aviazione, ai
coraggiosi, ai matti e ai sognatori che prima o poi nella vita tornano, a
malincuore e ringhiando, seppur felici, con i piedi per terra.
Sono da sottolineare la meravigliosa interpretazione di Spencer Tracy e le sequenze aeree da brivido.
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