L'iniziativa da adottare - Non buttiamo il cibo.
E' facile e dovrebbe essere buon costume di ogni cittadino. Stare attenti allo spreco, che sia di energia, carburante o cibo, dovrebbe essere una buona abitudine per tutti noi.
Di conseguenza dovrebbe essere d'obbligo per ogni comune italiano appoggiare iniziative territoriali che si muovano in questa direzione.
A Cuneo, per esempio esiste una onlus che ormai da dieci anni in accordo con gli esercenti della città, raccoglie i prodotti rimasti invenduti alla fine della giornata e li distribuisce alle mense Caritas, di alcune parrocchie o comunità che si occupano dei più bisognosi.
Non solo gli esercenti si liberano dei prodotti che finirebbero sprecati nella spazzatura, ma grazie alla loro generosità hanno anche un tornaconto economico: infatti non pagano l'Iva sulla merce donata e hanno la possibilità di ridurre l'importo della tassa rifiuti.
Inoltre la tecnologia, attraverso delle apposite app, aiuta l'organizzazione dei turni dei volontari e le comunicazioni in tempo reale con i commercianti aderenti all'iniziativa.
E' ormai abbastanza diffusa l'iniziativa del "caffè sospeso" in molti bar, per cui un cliente può lasciare pagato un caffè che poi potrà essere richiesto da chi non se lo può permettere, così come è consuetudine, soprattutto durante il periodo natalizio, la donazione di alimenti o l'organizzazione di cene per i meno fortunati da parte di industrie o noti marchi dell'indotto alimentare.
Sono iniziative lodevoli, ma sporadiche.
Una raccolta quotidiana dei prodotti da forno, di alimenti in scadenza o semplicemente di scarti alimentari, come la rosetta non perfetta o il taglio di carne meno pregiato e snobbato dal cliente medio, rende costante l'aiuto nei confronti di una fascia debole e sempre più numerosa.
Quando parlo dei più disagiati non ci sono solo i cosiddetti "barboni" o "migranti", ma anche numerosi padri di famiglia che non arrivano a fine mese, famiglie intere con bambini che non riescono a mettere insieme un pranzo e una cena, pensionati con un "minimo" che, in alcune città, non paghi neanche l'affitto mensile di un posto macchina.
Il cibo è importante, non solo come nutrimento per il corpo, ma come momento conviviale, in cui ci si siede ad un tavolo, con altre persone, ci si scambia un sorriso e per un attimo, anche se in mezzo a sconosciuti, si può avere l'impressione di essere a casa. Regalare un momento di serenità, anche a coloro che ormai hanno perso ogni speranza, è un gesto non solo di misericordia, ma di civiltà in un paese che si ritiene progredito.
C'è una parte di mondo che muore di fame, è bene ricordarselo e ricordarlo, a chi per esempio al ristorante ordina senza freno per golosità e poi lascia tutto nel piatto, a quei genitori che permettono ai loro figli di prendere primo e secondo, sapendo bene che non finiranno nulla, a quelli che al supermercato lanciano frutta e verdura solo perché, in quel momento, sembra divertente (ogni riferimento non è casuale).
Quindi posso dire che sono stupita di non vedere in ogni città un furgoncino che, verso l'orario di chiusura, passi a fare incetta degli avanzi nei negozi o nei ristoranti. Sono ancora più stupita di non sentire in campagna elettorale, nessun candidato che si proponga di appoggiare le iniziative contro lo spreco alimentare.
In fondo perché parlare di problemi reali a cui si possono adottare soluzioni efficaci per farsi votare, quando basta sistemare gli affari degli amici giusti, promettere ai cittadini votanti qualche sorta di ricompensa, e far credere che chi ha più bisogno ed è in difficoltà sia il nemico pubblico numero uno?
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