Le imprese impossibili che fanno sognare l'uomo.
Oggi 2 marzo 2019, sarà un giorno da ricordare. Almeno così dicono i giornalisti e gli appassionati delle imprese spaziali. Sarà un giorno da ricordare perché alle 9.52 di questa mattina, in quel di Cape Canaveral, è stata lanciata, con il razzo Falcon 9, la Crew Dragon.
Per quelli come me che sono fermi agli Space Shuttle, la Crew Dragon è una capsula della SpaceX il cui proprietario è un certo Elon Musk.
Per quelli come me che sono fermi alla Panda 4x4, Elon Musk è "fondatore, CEO e CTO di Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX), CEO di Tesla motors e CEO di Neuralink. Inoltre è presidente di SolarCity, fondatore di The Boring Company e ha cofondato PayPal e OpenAI. Ha inoltre proposto un sistema di trasporto super veloce conosciuto come Hyverloop"(fonte Wikipedia). Insomma, Elon Musk sembra uno di quei nerd cervelloni che oltre all'ingegno e qualche buona idea, ha anche un sacco, ma un sacco di soldi e un po' di fallimenti alle spalle; comunque fa parte di quella cerchia delle "persone più potenti del mondo".
Detto tutto ciò, il signor Musk oggi ha lanciato il suo giocattolino verso la Stazione Spaziale Internazionale, con a bordo un manichino di nome Ripley (sì il riferimento è proprio ad Alien), pieno di sensori, che raccoglieranno tutte le informazioni necessarie a dirci se Crew Dragon può farci viaggiare nello spazio senza ridurci come una passata di pomodoro nella lattina.
L'intento del ricco imprenditore non credo che si basi sulla poetica volontà dell'uomo di conquistare lo spazio, e nemmeno su quella curiosità che spesso ci spinge oltre i nostri umani limiti, ma su un più tangibile e pratico "senso del buisness" che caratterizza la maggior parte delle innovazioni dei tempi moderni. Lo scopo finale penso sia quello di permettere a ricchi magnati di programmare una gita fuoriporta verso Marte nel weekend, senza dover affrontare i lunghi anni di preparazione a cui sono sottoposti gli astronauti.
Oltre a questo tour operator di lusso, in tempi bui, come quelli di una ipotetica, ma sempre più realistica e vicina, fine del mondo, o comunque fine delle risorse disponibili sul pianeta Terra, essere il padrone dell'azienda che costruisce navicelle spaziali in grado di trasportare passeggeri, può avere i suoi vantaggi.
Se Elon Musk ha scelto Alien come riferimento cinematografico, per lui e per i suoi ricchi amici miliardari non vengono in mente altro che Armageddon e le due battute dell'astronauta russo mentre prende fuoco mezza navicella: "Componenti, componenti americani, componenti russi, tutti fatti a Taiwan!" e poi "Ecco perché dicevo voi non tocca niente, ma voi piace fare cowboy".
Se da una parte un simbolo della conquista e dell'avventura umana come lo spazio, perde tutta la sua poesia mettendosi al servizio di pochi eletti del pianeta, c'è una storia che oggi, 2 marzo 2019 dovrebbe rimanere impressa nelle nostre menti.
La storia è quella di un ragazzo italiano e del suo compagno di avventura Tom Ballard che ormai da sei giorni risultano dispersi sul Nanga Parbat. E' una storia tragica, visto che le speranze di ritrovarli in vita sono veramente minime, ma ricca di amore e passione.
Amore per la montagna, per l'avventura, per le imprese impossibili.
Passione per il proprio lavoro, per Madre Natura e per la vita.
Sì per la vita: perché chi come Daniele Nardi è un alpinista esperto sa che le nuove strade, le imprese mai riuscite, a volte richiedono sacrifici, ma sa anche che non onorerebbe se stesso, la sua vita e la montagna se non la sfidasse.
Tom e Daniele sanno che la natura è più forte di noi, ma sanno che a volte si lascia conquistare, per permetterci di sognare, di sentirci davvero dei grandi avventurieri, per sentirci un po' imbattibili e immortali, almeno per un attimo, per sentirci davvero vivi, là in cima alla vetta.
Non è una questione di soldi, di fama o di successo, anche perché pochi nomi vengono ricordati tra tutti coloro che hanno esplorato nel corso della storia le grandi vette, perché in questo nostro assurdo mondo vieni ricordato se posti una foto su Instagram, non se scali il K2.
In realtà, purtroppo anche in questa vicenda, i soldi hanno avuto la loro importanza per i soccorsi dei due ragazzi perché, come riporta Rainews "ieri l'elicottero che avrebbe dovuto
trasferire dal campo base del K2 al Nanga Parbat l'alpinista basco Alex
Txikon e i suoi collaboratori - per tentare il piano B volto a
soccorrere Nardi e Ballard con i droni - non è decollato, poiché l'agenzia privata Askari, che gestisce in concessione i
voli degli elicotteri dell'esercito pakistano, ha richiesto il
pagamento anticipato dell'importante somma necessaria".
Oggi 2 marzo 2019, due storie di esplorazione e di avventura si intrecciano: una piegata alla logica del denaro, l'altra così triste e sciagurata, ma piena di poesia e umanità.
Per Daniele e Tom non resta che sperare nella loro abilità di alpinisti e nella clemenza della montagna, ricordandoci che nasciamo liberi pensatori, avventurieri, esploratori, viaggiatori, non riduciamoci ad essere egocentrici affaristi, elittari, schiavi del denaro.
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