Paralimpiadi Tokyo 2020. Riflessioni non richieste.

Oggi aleggia nella mia piccola casa una sorta di malinconia latente: è lì, tra le pagine di "City making. L'arte di fare città.", "Cinema degli anni 30." e "1001 vini."; si è annidata nel ripiano delle mie scorte mangerecce tra i carboidrati della pasta, quelli della brioche al cioccolato, rigorosamente integrale, e i tre sacchetti di tortillas (ah no due, uno mi ha abbandonato ieri intorno alle tre di notte); la malinconia ha trovato rifugio nel cassetto delle posate tra cucchiani e coltelli e una strana paletta di cui ignoro l'utilità e che non ho proprio idea di come sia finita tra la schiumarola e la marisa; se apro l'armadio, la vedo accoccolata tra le trenta magliette nere e le venti bianche comprate in stock in qualche grande magazzino, perchè mi piace la moda e cambiare, ma mi vesto sempre uguale. E' la malinconia del tipo "La musica è finita, gli amici se ne vanno..." (che era anche l'ora, che sono le due di notte e...